


Miele e birra, la nostra cooperativa Apistica Mediterranea si è così resa protagonista al concorso Birra dell’Anno 2020 a Rimini.
È una storia di passione, di tradizione e innovazione quella che certifica il progetto “Terrantiga”, un’organizzazione produttiva in cui i soci di Apistica hanno contribuito all’ideazione.
Il marchio richiama una percorso che affonda le sue radici nella genuinità dei prodotti della Sardegna ma che è anche la storia della famiglia Caboni, ben quattro generazioni di apicoltori. Le conoscenze tramandate negli anni si sono unite in un alveare dinamico con l’intraprendenza del figlio Francesco, presidente della cooperativa in cui “tutti fanno la loro parte” e principale attuatore della diversificazione produttiva dell’azienda.
Negli anni 90’ la produzione di miele è buona, non ci sono parassiti mortali che distruggono gli alveari come la varroa ed è in questa situazione favorevole che dal 1997 Francesco comincia le prime sperimentazioni con il miele e la fermentazione, grazie alla vigna del padre con cui si produceva il vino e l’acqua vite, e al malto per la produzione di birra. Non basta la tecnica ma serve anche gusto, originalità e soprattutto un legame speciale con la Sardegna e il mediterraneo, per questo sono nate “Istadi”, “Bresca” e “Li Nibari” birre dall’aroma di ginepro e poi ancora “Pressius” e “Citra”, che portano con se l’anima di San Sperate e Siniscola.
Distinzione e modernità in un contesto tradizionale e genuino, la chiave vincente che ha portato una delle birre a vincere la medaglia d’oro nelle categorie “birre, cereali speciali e grani antichi” della gara Union birrai 2020, un miglioramento rispetto all’argento del 2019 e che ha premiato la variante “Istadi”, una birra chiara di farro, avena e miele d’arancio.
Nella cooperativa lavorano undici persone e dieci apicoltori ma non è solo il lavoro che porta la cooperativa ad essere una realtà tra le più importanti in Sardegna e in Italia, infatti numerose sono le iniziative che coinvolgono i bambini nella conoscenza del mondo delle api. Grazie a loro si potrà continuare a scommettere sull’agricoltura e l’ambiente, patrimonio immateriale della nostra antica terra.